Uncategorized

…MAGARI…

…MAGARI… Featured Image

di Elisa Risigari
con Giacomo Avanzi, Sergio Bagnato, Martina Boldarin, Elisa Risigari
regia Debora Petrocelli

Quante volte nella vita hai detto “mai”, o “mai più”… e poi hai fatto esattamente quella cosa? O “per sempre”… e poi tutto è sfumato. E questo è giusto? O sbagliato? Non lo puoi dire. È solo così. E basta.
(Magari, scena XII)

Una generazione, quella dei trentenni, si interroga sul senso della propria esistenza. Una domanda che tocca la vita concreta: il lavoro, la coppia, l’amore.
Concepito in chiave ironica, …Magari… è uno spettacolo che si sfoglia, una scena dopo l’altra, in una continua domanda sulla possibilità di trovare una dimensione “normale” nella quale esprimersi. Destino comune dei personaggi è di trovarsi nello stesso contenitore.
La Candidata vive nel sogno di avere un lavoro attinente ai suoi studi. Ma la sua ambizione si affievolisce sotto i colpi di colloqui di lavoro annichilenti. Di scena in scena perde il diritto di esprimersi secondo la propria conoscenza. E quest’ultima diventa inevitabilmente un ostacolo.
La Donna e l’Uomo portano avanti la loro relazione senza mai riuscire veramente ad incontrarsi. L’arrivo del figlio genera la crisi.
X, donna molto intelligente e mentale, nel continuo confronto con l’Amico, capisce tutto, ma non ha nessuna soluzione. Anche lei è incastrata.
Mario, padre di famiglia, è un personaggio introverso che si confida col Barista. Si toglie la vita dopo aver ucciso l’intera famiglia.
Le storie progrediscono simmetricamente alternandosi in quattordici quadri.
Fanno da contrappunto all’azione alcuni personaggi-pensiero (sono in realtà i protagonisti degli altri quadri che appaiono “in minore”, di volta in volta, sullo sfondo). Osservano, commentano, si contraddicono: schizofrenici pensieri che si affollano mentre andiamo a lavoro, parliamo con gli amici o litighiamo.

…Magari… è uno spettacolo che nasce dall’urgenza e dalla voglia di testimoniare la precarietà vissuta dai giovani adulti del terzo millennio.
Storie vive, raccontate in modo diretto, attraverso una drammaturgia comunicativa, incisiva, moderna e senza prendersi troppo sul serio.