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SONATE PER PIANOFORTE DI L. VAN BEETHOVEN

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INTEGRALE DELLE SONATE PER PIANOFORTE DI L. VAN BEETHOVEN

conferenza introduttiva
BEETHOVEN E L’AMICIZIA
a cura di Letizia Michielon

concerto
Letizia Michielon pianoforte
LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770-1827)

Sonata in fa diesis maggiore op. 78 (“À Thérèse”)
Adagio cantabile. Allegro ma non troppo
Allegro assai

Sonata in sol maggiore op. 79 (“Kuckuck-Sonate”, Sonata del cucù)
Presto alla tedesca
Andante espressivo
Vivace

Sonata in mi minore op. 90
Mit Lebhaftigkeit und durchaus mit Empfindung und Ausdruck (Con vivacità ma sempre con sentimento ed espressione)
Nicht zu geschwind und seht singbar vorzutragen (Non tanto mosso e molto cantabile)

Sonata in mi bemolle maggiore op. 81a (“Les Adieux”)
Das Lebewohl (L’addio) – Adagio, Allegro
Die Abwesenheit (L’assenza) – Andante espressivo
Das Wiedersehn (Il ritorno) – Vivacissimamente

Solo l’arte e la scienza innalzano l’uomo fino alla divinità.
L.van Beethoven

Il programma di questa sera propone alcune importanti opere pianistiche composte tra il 1809 e il 1814 le cui soluzioni formali ed espressive preparano le trasfigurazioni dell’ultimo stile.
La Sonata op.78, omaggio in pectore a Josephine Brunsvik, nonostante l’intestazione ufficiale porti la dedica alla sorella Therese, è considerata dall’autore stesso come una delle sue migliori composizioni. Il primo movimento, che presenta temi riconducibili al Lied An die Hoffnung del 1805, affascina per l’intensa cantabilità dai tratti pre-schubertiani, mentre l’Allegro vivace (un originale scherzo con due trii) rielabora il materiale tematico del primo tempo ma lo trasforma generando un’energia vitale che risveglia e sorprende.
L’op. 79 è soprannominata “Kuckuck-Sonate”(Sonata del cucù) per l’jnsistenza dell’intervallo di terza discendente nella coda del primo movimento, un Presto alla tedesca che si richiama al Deutscher, un Ländler più veloce del valzer viennese. L’Andante rievoca invece una barcarola in stile cantabile italiano mentre ancora ritmi di danza animano il Vivace conclusivo, il cui refrain ricorda la giovanile Musik zu einem Ritterballet (Musica per un balletto cavalleresco) composto a vent’anni da Beethoven.
La Sonata op. 81a è dedicata all’amico e allievo Arciduca Rodolfo d’Austria, dal compositore considerato come “uno dei beni più preziosi dell’universo”.
Beethoven nutriva un autentico culto per la Freundschaft e tra le persone a lui più care l’Arciduca rivestiva un ruolo particolare, in quanto rappresentava ai suoi occhi un esempio di guida spirituale e morale.
A Rodolfo sono dedicati capolavori come le Sonate op. 106 e 111, il Concerto op. 73, la Sonata per violino e pianoforte op. 96, il Trio op. 97, la Grosse Fuge op. 133 e la Missa Solemnis.
Il titolo Les adiuex non era in linea con le volontà dell’autore il quale, in una lettera del 1811, insiste sulla differenza di significato tra Lebewohl (addio) e Les adieux:«il primo non si dice che a una persona e col cuore, l’altro si rivolge a una assemblea, a delle città intere».
L’occasione per la composizione di quest’opera, che Adorno considera “di importanza suprema” e un possente omaggio all’ideale di humanitas, è offerta dal dolore per la partenza dell’Arciduca, costretto ad allontanarsi dalla capitale causa la guerra austro-francese del 1809.
L’op. 90, infine, dedicata al conte Moritz Lichnowsky, sintetizza mirabilmente la poetica beethoveniana in questa delicata fase di transizione.
Lo slancio prometeico della volontà, che anticipa le visioni della Hammerklavier, e il principio dell’abbandono, caratteristico delle ultime opere, si fronteggiano già nel primo tema bicefalo del primo movimento.
La tristezza sconsolata di questo primo tempo si illumina di speranza nel rondò successivo, soave e consolatorio come un’immersione nel cuore della natura, così cara al compositore.
In questo fiorire di melodie, simbolo di rinascita, si celebra la vittoria del principio d’amore che avvolge tutto l’universo: un’apertura cosmica e metafisica che ancora una volta ci porta ad ammirare la meraviglia del cielo stellato sopra di noi.
Impreziosiscono la serata alcune rare immagini messe gentilmente a disposizione dalla Biblioteca Beethoveniana di Muggia.
Letizia Michielon

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