Teatro e Cabaret

IL GABBIANO

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di Anton Čechov
regia Aldo Vivoda
con Alberto Ghedin, Andres Stebel, Cristina Rei, Elena Brcic, Francesca Umech, Francesco Tribuzio, Joshua Aere,  Lorenzo Badagliacca, Lucrezia Nangano, Monica Cericco, Nikoleta Ulama, Olivia Giannini, Raffaele Antonio Tarditi
musiche Davide Coppola
produzione Petit Soleil
progetto realizzato con il contributo della Regione FVG e delle Fondazioni Casali, con il patrocinio del Comune di Trieste, e con il supporto degli allievi scenografi del progetto Creattività Attivagiovani realizzato grazie al Fondo Sociale Europeo.

Il Gabbiano è uno spettacolo in cui si intrecciano relazioni e personalità diverse, amori, rivalità e gelosie. La storia si svolge in una tenuta di campagna in riva al lago, dove il vecchio Sorin si reca in vacanza accompagnato dalla sorella Arkadina, una famosa attrice. Arkadina è accompagnata dal suo amante Trigorin, un romanziere affermato. È presente anche Konstantin, il figlio di Arkadina, un aspirante drammaturgo incompreso.
L’opera sviluppa molti intrecci amorosi. Il giovane Konstantin ama Nina, un’aspirante attrice, che però rivolge le sue attenzioni allo scrittore Trigorin. Masha, la figlia dell’amministratore della tenuta, ama Konstantin, ma non è ricambiata e subisce il corteggiamento del maestro di scuola Medvedenko.
Nell’ultima parte dello spettacolo, ritroviamo i personaggi due anni dopo, mentre affrontano le loro delusioni. I dialoghi sono ricchi di riflessioni sul teatro e citazioni. C’è una forte opposizione tra le speranze dei giovani artisti, con le loro riflessioni sull’arte, e le amarezze degli adulti, con le loro illusioni perdute. Vengono rappresentate varie sfumature dell’animo umano ed emergono le indecisioni, le delusioni e l’incapacità di agire presenti in molti personaggi, temi tipici del teatro di Čechov.

Churchill diceva che il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo. In Čechov c’è una sorta di rappresentazione della vita disseminata di illusioni, ma l’energia con cui si attraversa questo spettacolo fa sì che da questo attrito, che genera la forza della commedia, ne esca qualcosa di gioioso e divertente.
Studiare Čechov è un’esperienza unica. Il suo teatro tocca qualcosa di molto intimo, di straordinariamente soggettivo, in noi. Ci fa misurare come pochi altri l’intensità, la stranezza e la fragilità delle nostre vite, dei nostri amori, dei nostri sogni. Nel Gabbiano tutto comincia dal teatro: attori o spettatori, i personaggi si aspettano qualcosa di essenziale. Amore, vita e arte sono indissolubilmente legati.
Affrontare questo lavoro significa dare grande attenzione al testo e agli attori, dare corpo e voce a questo pezzo importante che inventa un’arte teatrale che riflette il tremore stesso della vita, in una nuova traduzione limpida e contemporanea affidata a stilemi collettivi.
Gli attori che portano in scena questo spettacolo, dove amore, vita e arte sono indissolubilmente legati, incarnano magnificamente i tormenti e gli scontri propri di ciascuno dei loro personaggi, alle prese con il passare del tempo, le bugie, le rinunce, le illusioni perdute, il disincanto.

Il Petit Soleil nasce a Trieste nel 1994, frutto dell’esperienza artistica del regista e fondatore Aldo Vivoda, maturata presso il prestigioso Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine. L’affinità tra il progetto triestino e la solida realtà parigina non si limita al nome, ma si riflette anche in una comune visione del teatro, concepito come luogo di ricerca, condivisione e scoperta.

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