
Quando tanti amici artisti da tutta Italia vengono a ricordarti non ci sarebbe bisogno di dire altro. Ma sembra proprio che a Gianni Fenzi gli volessero bene tutti. Attore, regista, scrittore, commediografo e soprattutto uomo spiritoso, generoso e sempre accogliente soprattutto coi giovani che cominciavano la loro carriera teatrale.
Il suo debutto sul palcoscenico avviene il 15 ottobre del 1963 al glorioso Teatro Stabile di Genova, di cui diviene ben presto uno dei principali animatori per tutti gli anni Sessanta e Settanta anche come regista collaboratore del grande Luigi Squarzina. Fonda poi la cooperativa Teatro Aperto, diviene attore e coodirettore artistico del Teatro di Roma e collabora a storiche edizioni dell’Estate Romana. Continuerà instancabilmente a dirigere, a recitare, a insegnare, a tradurre e adattare testi per il teatro e a scrivere copioni per la radio e per la televisione.
Nel suo divertentissimo “Abecedario triestino”, Gianni Fenzi dedicò delle strofe proprio alla morte. Rivolgendosi a un noto impresario di pompe funebri triestino scrive: “Magari col mitico carro/quando sarà tempo (e non aver furia)/zerca de zinzolarme /pianin pianin/cussì indormenzandome/anderò in pari/del sonno/che no go dormì”.